I 10 libri di sport da regalare a Natale 2018
Consigli per i regali natalizi
Regalare un libro è tanto bello quanto difficile. La scelta di un’opera piuttosto che di un’altra, del resto, è spesso specchio del proprio essere. Nel mondo della letteratura sportiva, però, le cose si fanno un po’ più semplici. L’unione di due passioni, infatti, ci permette di indirizzare la scelta con più facilità. Per questo abbiamo pensato di consigliarvi 10 libri di sport da regalare a Natale, nel caso in cui voleste fare un regalo diverso dal solito a una persona a voi cara. Calcio, basket, tennis, ciclismo, pallavolo: abbiamo cercato di abbracciare quanti più sport possibili, mixando libri più recenti a classici che non possono mancare nelle librerie di veri intenditori. Buona scelta dunque, e buona lettura.
Francesco Totti (e Paolo Condò), Un capitano, Rizzoli.
È indubbiamente il titolo di questo 2018. Una biografia attesissima, che ha fatto il pieno ai “botteghini”. E che sotto l’albero dei grandi appassionati non può mancare. «Che cosa devi fare per essere degno di un amore così folle, così assoluto, così esagerato?»: parte da questa domanda il racconto della vita, calcistica e non solo, di Totti, il Pupone, il simbolo di una squadra, il dio pagano di una città. Ed è attorno a questa domanda che si muove tutta l’opera, tra aneddoti succulenti e un linguaggio forse fin troppo pulito, ma certo accattivante.
Da regalare perché…: Perché l’essenza del pallone è tutta qui, in un umano che col talento s’è elevato a dio del calcio.
Adriano Panatta (e Daniele Azzolini), Il tennis è musica, Sperling & Kupfer.
Se pensate che il tennis sia uno sport noioso, è perché non conoscete Panatta. Il tennista Panatta e l’uomo Panatta: geniale, creativo e illuminato il primo; acuto, irriverente e smargiasso il secondo. Per questo Il tennis è musica è un libro che va bene sia per i grandi amanti della racchetta che per i neofiti. Panatta mette in note (musicali) colpi e personaggi del tennis, passando dallo swing dei gesti bianchi degli atleti dei primi anni ’60 al pop suo e di Borg, dal rock in stile Rolling Stones (o Jim Morrison) di McEnroe alla house dei tennisti moderni («Du’ palle…»), con la sola eccezione di Federer. Mezzo secolo di storia della racchetta che fila via liscio come un dritto lungolinea.
Da regalare perché…: Perché in questo libro veroniche e smorzate all’incrocio delle righe si stringono in un abbraccio con la Storia.
Davide Enia, Rembò, Fandango.
Un libro bello, bellissimo, che però pochi conoscono. Il racconto si sviluppa come un’inchiesta, ma per nulla giornalistica, sul misterioso Rembò, calciatore siciliano degli Anni ’70. Un fenomeno che a soli 19 anni era già in odore di Nazionale e che, proprio in quel momento, decise di ritirarsi. Rembò sparì, senza lasciare traccia, senza che nessuno abbia più saputo nulla di lui fino ai primi Anni ’90, quando in un cimitero di Marsiglia venne ritrovata una tomba. La sua, forse. Un sottilissimo gioco narrativo che non si spezza mai, un equilibrismo che coinvolge e appassiona. Un libro adatto a chi con il calcio ha sognato e continua a farlo.
Da regalare perché…: Perché alla fine vi troverete a cercare su Wikipedia informazioni circa quel fenomeno che fu Rembò. Senza trovarle.
Haruki Murakami, L’arte di correre, Einaudi.
Ufficialmente, questo è un breve saggio scritto da uno degli autori contemporanei più talentuosi e di successo. Un talento assoluto che ha deciso di raccontare con quelle stesse parole che lo hanno reso icona anche un altro lato del suo essere: la corsa. Eppure, come sempre accade con Murakami, si va oltre. La sua penna saggia e delicata fa sparire ben presto il protagonista dell’opera, la corsa appunto, sostituendolo con un altro soggetto, ovvero la passione. È lei che sceglie noi e non possiamo fare altro che abbandonarci a essa. L’arte di correre è in realtà un viaggio dentro la poetica di questo grandissimo autore e dentro noi stessi, alla scoperta dei limiti da sfidare e abbattere quotidianamente.
Da regalare perché…: Perché la fatica può diventare qualcosa di tremendamente bello.
Enzo Palladini, Dimmi chi era Recoba, Edizioni InContropiede.
Per chi ama l’indolenza, per chi ha fatto della pigrizia e dell’incompiutezza una forma di poesia. Per chi ritiene che il talento valga più di ogni sforzo. Poteva essere il più forte, ma non ha voluto. Questo era il Chino Recoba, un sinistro che dipingeva calcio e una voglia di correre pari alla nostra di andare al lavoro il lunedì mattina. Non è un libro che scolpisce la statua di qualcosa che poteva essere e non è stato, e nemmeno un brillante esempio di storytelling moderno. Dimmi chi era Recoba è semplicemente il dipinto di un eroe romantico incompiuto, di genio senza sregolatezza ma tanta pigrizia e di un mondo calcistico che c’era e che c’è.
Da regalare perché…: Perché i mancini hanno sempre un fascino particolare.
Reed Albergotti e Vanessa O’Connell, Il texano dagli occhi di ghiaccio, Mondadori.
Si parte da uno sguardo, come sempre nella vita. Ed è da quegli occhi di ghiaccio che prende il via il racconto/inchiesta di Albergotti e O’Connell, giornalisti del Wall Street Journal, per spiegare cosa si nasconde dietro la più grande truffa sportiva del secolo. Lance Armstrong, da simbolo di resilienza e modello a emblema di un sistema marcio, di uno sport corrotto, del doping. L’uomo, le sue ambizioni, la sua forza, le sue debolezze, i suoi errori, la sua caduta. L’uomo, gli occhi e la ricerca di una verità che pare sfuggire sempre al razionale.
Da regalare perché…: Perché la realtà sa andare ben oltre ogni immaginazione.
Osvaldo Soriano, Fútbol. Storie di calcio, Einaudi.
Un treno che attraverso il Sudamerica e la sua Storia recente. Un treno chiamato calcio e che la grande penna di Osvaldo Soriano racconta con impareggiabile classe. Episodi e personaggi, istanti e uomini: sport e storia hanno questo tratto comune e nessuno sembra saperlo raccontare meglio del giornalista e scrittore argentino, lui che calciatore lo è stato e narratore lo è diventato. E in Fùtbol, Soriano dimostra di sapere perfettamente dove i due mondi si toccano, dove il calcio diventa storia e dove viceversa. La meraviglia, la tragedia, il mito. Tutto in diciannove racconti, piccole perle di letteratura. Non soltanto sportiva.
Da regalare perché…: Perché è un libro che non può mancare nella libreria di chi ama lo sport e la letteratura.
Federico Buffa, Black Jesus. The Antology, Libreria dello sport.
Prima che Federico Buffa assurgesse a icona dello storytelling sportivo moderno, nelle librerie usciva questo libro-non libro che trasuda passione. E che contiene già tutto ciò per cui Buffa è diventato Buffa: potenza immaginifica, trasporto narrativo, coinvolgimento. Black Jesus è un libro che necessita del camino e delle parole lente del vecchio saggio. È una piccola chicca, non per tutti ma per tanti, che ci porta in viaggio attraverso gli States alla scoperta del basket vero, più autentico e puro. Dalle high schools alla Nba, dalla droga e l’asfalto ai “bling bling” dei palazzetti. A tratti enciclopedico, non stupisce sia diventato un cult per gli amanti della palla a spicchi.
Da regalare perché…: I love this game.
Maurizia Cacciatori (e Riccardo Romani), Senza Rete, ROI Edizioni.
Oltre il palmares, i punti decisivi, i pantaloncini inguinali, i capelli biondi e il gossip c’è di più. C’è la storia di una ragazza che è diventata donna sotto le reti dei palazzetti d’Italia, d’Europa e del mondo, cambiando casa ogni due per tre. Un romanzo di formazione sincero e limpido, quello di Maurizia Cacciatori, che a distanza di anni dal suo ritiro dalla pallavolo giocata ha deciso di lasciare quella rete che l’ha sempre vista protagonista e raccontarsi. Raccontare l’atleta, la fuoriclasse, ma la ragazzetta «fumantina», la donna in cerca di risposte. Raccontare la paura del ritiro e la volontà di reinventarsi. Raccontare di come ce l’abbia fatta.
Da regalare perché…: Perché lo sport è una perfetta metafora della vita, in fondo.
Gigi Riva, L’ultimo rigore di Faruk, Sellerio.
«Io sono l’uomo che ha distrutto la Jugoslavia con un calcio di rigore»: parte da questa frase, pronunciata da Faruk Hadžibegić al giornalista Gigi Riva, un libro che è, allo stesso tempo, biografia e racconto, sport e politica. Faruk è un antieroe romantico, è colui che ai Mondiali italiani del ’90, contro l’Argentina, sbagliò il rigore decisivo per la sua Jugoslavia facendo scendere il sipario su una Nazione che, forse, in realtà non è mai esistita per davvero. Faruk è un pretesto per raccontare tanto, molto di più. Ed è questa la vera bellezza di un libro che vale molto di più di un rigore decisivo.
Da regalare perché…: Perché il calcio è una cosa troppo seria.