L’autobiografia del dirigente calcistico

Personaggio intrigante.

Il mio calcio furioso e solitario, di Walter Sabatini, è un libro che probabilmente tutti gli amanti del calcio attendevano. Perché l’autore è uno dei personaggi più intriganti nel panorama calcistico. Sabatini, nato in provincia di Perugia nel 1955, è stato calciatore anche in Serie A; ma si è poi affermato maggiormente in seguito, nei panni di direttore sportivo con squadre importanti come (tra le altre) Lazio, Palermo e Roma. Negli anni ha dimostrato di essere un grande talent scout, capace di riconoscere grandissimi talenti anche da una singola giocata in campo. Ma non c’è solo questo. Walter Sabatini si fa apprezzare anche per le sue parole, i pensieri raramente banali o prevedibili, il linguaggio condito da espressioni colorite. Elementi che lo rendono istintivamente simpatico, anche per i tifosi avversari, o quantomeno interessante da ascoltare. Il che, nel mondo del calcio, non è da tutti. Siamo fin troppo abituati ad allenatori e dirigenti che, davanti alle telecamere, si limitano alle dichiarazioni strettamente necessarie o di circostanza. Non è peccato, ci mancherebbe. Però è sempre apprezzabile chi riesce a comunicare con maggiore potenza, anche a costo di spaccare l’opinione pubblica.

Mago del pallone.

Per gli amanti di Harry Potter, potremmo paragonare Sabatini ad Albus Silente. Come lo stregone della celebre saga, anche il direttore di origini umbre sa eclissarsi e poi ricomparire all’improvviso, in una nuvola di fumo, con un colpo di magia (di calciomercato) o una conferenza stampa delle sue. Anche lui lavora sempre per il “bene superiore”, della squadra, ma lo fa in solitaria, di nascosto. Ed anche lui sa illuminare e insieme interrogare con poche parole ben distribuite, centrando il punto ma lasciando spesso immaginare qualcosa di più o di meno, a seconda dei casi. Speriamo dunque che non si offenda se lo definiamo un mago del pallone. Un grande saggio che non si limita ad osservare il calcio dall’alto ma che se ne impasta continuamente, fino a logorarsi. Spinto da una passione… furiosa, che genera e consuma idee. Questo si può dedurre o quantomeno intuire dal suo libro, dedicato al figlio Santiago cui Sabatini si rivolge direttamente in più occasioni.  Il diesse parte dalle proprie origini familiari passando poi ai controversi vissuti da calciatore. Segue la sezione più attesa che riguarda le esperienze da osservatore e dirigente, a livello giovanile e poi tra i professionisti.

Riflessioni e aneddoti.

L’Arezzo con Serse Cosmi allenatore. La Lazio del presidente Claudio Lotito. Il Palermo di Maurizio Zamparini (le pagine più divertenti, senza dubbio). La Roma, il legame più lungo e sofferto. Fino alla miracolosa Salernitana 2022, ricostruita a suon di acquisti in poco più di un mese e rimasta in Serie A quando tutti, o quasi, la davano per spacciata. Sabatini ripercorre i propri passi e le proprie ragioni. Sfoglia i sentimenti. Riporta alcuni episodi saporiti, ma senza esagerare: il tono riflessivo e l’auto analisi tendono a prevalere sull’aneddotica (suggeriamo speranzosi un sequel specifico per le trattative, se fosse possibile). Il linguaggio utilizzato è il suo tipico, dunque più elevato rispetto ad una normale autobiografia sportiva. Qua e là il direttore cita grandi scrittori del passato, oltre a leggende del pallone come l’inglese Duncan Edwards (anni cinquanta), leader per eccellenza. C’è spazio addirittura per una sortita nell’aldilà, fortunatamente breve. Il mio calcio furioso e solitario è dunque un libro intenso, dai toni anche sofferti, in alcune zone più profondo e forse troppo breve, ma di sicuro molto interessante e consigliato a tutti i calciofili.

Perché leggere Il mio calcio furioso e solitario di Walter Sabatini:

perchè contiene tanto buon calcio raccontato in modo… singolare, da chi ne ha masticato parecchio.


Titolo: Il mio calcio furioso e solitario
Autore: Walter Sabatini
Editore: Piemme
Anno: 2023
Pagine: 159

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