Belìn, che paddock – Carlo Pernat
Storie di corse, piloti e altre pazzie del motomondiale
Carlo Pernat: un geniale faccendiere mattacchione (genovese)! Si potrebbe riassumere con queste poche parole la biografia del formidabile uomo di sport che ha attraversato gli ultimi 45 anni di storia motociclistica. All’interno del libro Pernat racconta a Massimo Calandri, nota firma sportiva de La Repubblica, la sua vita spericolata fatta di passione e divertimenti che girano attorno al proprio lavoro: il manager del settore delle due ruote. Un po’ Mattia Pascal, un po’ Gian Burrasca, Pernat passa in rassegna tutto il mondo dell’imprenditoria sportiva e non che ha intercettato, raccontando con particolari curiosi e coloriti la sua vita in Piaggio, Cagiva e Aprilia (senza tralasciare i contatti con politici famosi e altri uomini da copertina). Seguire Pernat nelle sue peripezie è un’avventura: al termine del libro verrebbe da dire che Pernat o lo si ama oppure lo si ama; non ci sono alternative! Con il suo atteggiamento sempre allegro ed uno spirito imprenditoriale comune a pochi, il manager dei grandi campioni è certamente uno degli uomini che ha portato lo sport da una dimensione di semplice divertimento ad essere un fenomeno di entertainment e business a 360°.
Rossi, Capirossi e la Dakar.
Belìn, che paddock è una biografia di un uomo, ma è anche un viaggio nel fenomeno motociclistico italiano. Pernat si racconta come scopritore di Rossi (“il ragazzino era piccolo, con capelli biondi da cherubino. Sembrava un paggetto ma era tutto elettrico, non stava fermo mai”), manager di Biaggi (“è fatto così. Non sopporta che qualcuno gli possa fare ombra”) e fratello di Loris Capirossi (che gli porta le sigarette, rigorosamente Muratti dei colori del suo amato Grifone, in ospedale dopo un malore). Avete in mente qualche aneddoto sul motomondiale degli ultimi 30 anni? Pernat ne parla. E non solo di moto su strada: un approfondimento corposo riguarda quella che è diventata per Pernat una seconda pelle: la Dakar! Motori, sketch comici e tante donne: bacco, tabacco e venere la fanno da padrone nelle pagine del libro. Alle attente analisi sul circuito, il Carletto (come dopo poche pagine viene automatico chiamarlo anche per il lettore) alterna resoconti delle attività svolte extra lavoro: locali e stanze d’albergo sono luoghi più e più volte evocati. Insomma un libro che non annoia mai e che crea una sintonia coinvolgente con il protagonista, ideale da leggere sotto l’ombrellone.
E il Sic.
L’espediente narrativo che toglie il velo dal Carlo Pernat geniale mattacchione è il suo rapporto con Marco Simoncelli. Lo sfortunato pilota, messo in moto dallo stesso Pernat, ha avuto con il manager un rapporto di grande stima, affetto ed amicizia, documentato dalle pagine del libro. Al termine di alcuni capitoli, Pernat descrive alcuni dialoghi fittizi tra lui e Marco incentrati sulla vita passata assieme: dal primo incontro assieme al padre fino al tragico weekend di Sepang. Anche da queste parti, drammatiche e strappa lacrime, emerge quel tratto di spensieratezza e di allegria che contraddistinguono tutte le pagine del libro. Tratti che accomunano Pernat al Sic, e anche a Valentino, e che raccontano di un mondo troppo bello e vissuto sempre al massimo da questi belìn.
Perché leggere Belìn, che paddock di Carlo Pernat:
perché se la storia Rossi vs Biaggi pensate di conoscerla bene, aggiungeteci Naomi Campbell e Claudia Schiffer e ne leggerete delle belle.
Titolo: Belìn, che paddock. Storie di corse, piloti e altre pazzie della mia vita
Autore: Carlo Pernat con Massimo Calandri
Data di pubbl.: 2019
Casa Editrice: Mondadori
Pagine: 286