Il mio basket – Sandro Gamba
Parola al coach: episodi, aneddoti, insegnamenti
Un miracolo.
«Il 25 aprile 1945, nel giorno della Liberazione, mi ero ritrovato nel mezzo di una sparatoria tra partigiani e fascisti in via Washington, dove stavo giocando a calcio con gli altri bambini del quartiere. Mi beccai due pallottole nella mano destra, e il verdetto dei medici fu spietato: era necessaria l’amputazione». Quel bambino era Alessandro (per tutti Sandro) Gamba, nato e cresciuto a Milano. Ebbene: quella mano destra, terribilmente ferita, non fu mai amputata. Anzi, negli anni Cinquanta Sandro divenne un grande giocatore di pallacanestro, vincendo ben dieci scudetti con l’Olimpia, la squadra più famosa d’Italia! Ritiratosi nel 1963, passò poi al ruolo di allenatore mietendo altri successi, in particolare con la stessa Olimpia e con Varese. Fino a diventare il ct della Nazionale italiana con cui ha scritto altre pagine di storia, come l’argento olimpico del 1980. Gamba ha davvero dato tutto se stesso al basket e la sua fama si è espansa anche oltre i confini europei. Non a caso è uno dei soli tre italiani inseriti nella Basketball Hall of Fame, la lista con tutti i personaggi che hanno reso migliore la pallacanestro (gli altri due sono Cesare Rubini, suo mentore, e Dino Meneghin, suo allievo).
Non di solo basket…
Ma certamente i tifosi più esperti sanno già queste cose. Forse dunque, il target ideale per l’autobiografia di Sandro Gamba (riedita a fine 2019) sono coloro che ancora non lo conoscono bene, che magari ne hanno sentito parlare più e più volte ma senza averlo mai visto in azione dal vivo. In ogni caso, per approcciarsi alle 220 pagine è meglio essere già appassionati di basket: allora troverete pane per i vostri denti, a prescindere dall’età. Altrimenti potreste fare un po’ fatica, perché Gamba cita tanti nomi ed eventi dentro i quali rischiereste di perdervi, senza una minima infarinatura alle spalle. Ciò detto, il libro è molto interessante perché parte sempre dalla palla a spicchi ma non contiene solamente pallacanestro. Basta scorrere i titoli dei capitoli per intuirlo: “Questione di metodo”, “Meltin’ Pot”, “La forza della mente”, “Tempo spazio velocità”, … In maniera agile ma non superficiale l’autore, ben spalleggiato dal giornalista Vanni Spinella, tocca tematiche che vanno a braccetto con lo sport: mentalità, motivazione, altruismo. Il tutto attingendo da un vastissimo bagaglio di esperienze ed aneddoti, che rimangono comunque la parte più succosa del racconto.
Stelle e strisce.
Non si procede in ordine cronologico ma la fluidità della lettura non ne risente, ed anzi il susseguirsi di ricordi e riflessioni resta piuttosto scorrevole, favorito da periodi mai troppo lunghi. A metà libro troviamo un archivio fotografico con anche documenti d’epoca. Un ruolo di primo piano lo recitano gli Stati Uniti, la patria del gioco che Sandro Gamba ha esplorato in lungo e in largo, arrivando a stringere amicizia con alcuni degli allenatori più rispettati (Dean Smith, Bobby Knight, John Wooden). Il che gli ha permesso di vedere ed imparare tantissimo. Era presente ad esempio il giorno in cui un giovane Michael Jordan, con la maglia di North Carolina, scoccò il tiro decisivo nella finale del campionato universitario 1982. Più tardi, in qualità di allenatore giovanile, ha visto sbocciare altri talenti mondiali: Arvydas Sabonis, Kevin Garnett, Dirk Nowitzki… Di questo ed altro il grande coach parla nella sua autobiografia, consigliata ad ogni vero amante del basket e obbligatoria per chi, tra gli appassionati, non sapesse ancora molto di lui.
Perché leggere Il mio basket di Sandro Gamba:
perché contiene tanti spunti su diversi aspetti del basket (storici, tecnici, psicologici…); perché un amante del basket non può non conoscere Sandro Gamba!
Titolo: Il mio basket
Autore: Sandro Gamba
Editore: Baldini+Castoldi
Anno: 2012, 2019
Pagine: 220