La biografia del grande calciatore e allenatore brasiliano

Il “Leone di Belo Horizonte” è Luis Vinicio, al secolo Luis Vinicius de Menezes. Classe 1932, brasiliano, calciatore e poi allenatore in Italia, sua patria adottiva. Tra Napoli, Bologna, Vicenza e Inter ha segnato ben 155 gol in Serie A. Poi è rimasto nel mondo del pallone fino al 1992, guidando dalla panchina una dozzina di formazioni. Insomma, un personaggio da riscoprire e lo scrittore napoletano Paquito Catanzaro ce ne offre l’occasione, con la biografia confezionata assieme all’editore Homo Scrivens, molto attento agli autori emergenti. Gli attori del libro sono due: Luis Vinicio, che si racconta parlando in prima persona, e il “ragazzo col taccuino” ovvero Paquito Catanzaro, che ha raccolto e trascritto i ricordi dell’ex bomber. La storia di Vinicio è quella di un brasiliano per certi versi atipico. Di sicuro è stato un attaccante coi fiocchi, emerso nel Botafogo e maturato nel nostro campionato.

Concretezza.

Non il classico funambolo del Sudamerica, bensì un centravanti esplosivo e, numeri alla mano, molto pragmatico. Nel libro viene paragonato a Pippo Inzaghi, per la capacità di azzeccare il posto e il momento giusti, e ad Andrea Belotti per la struttura fisica e la generosità. Appesi gli scarpini al chiodo si è poi affermato pure nei panni del mister, sempre con una filosofia lontana dagli stereotipi più latini, basata su una preparazione fisica maniacale ed un’estrema concretezza. Con questi ingredienti, negli anni Settanta, Vinicio ha contribuito a cambiare il calcio italiano avvicinandolo a quello “totale” nato in Olanda. E questa è solo una delle piccole-grandi (ri)scoperte contenute nel libro Il Leone di Belo Horizonte. Altre? Per esempio Luis ha giocato con vere leggende del futbol brasileiro, come Nilton Santos o il mitico Garrincha cui ha persino insegnato a leggere e scrivere. In Italia ha invece battagliato sul campo con Enzo Bearzot e lavorato con un altro grande allenatore, Manlio Scopigno, poi scudettato a Cagliari nel 1970.

Ritratto.

La biografia permette dunque di riassaporare frammenti del calcio in bianco e nero, un calcio che Vinicio ha vissuto sia con squadre ambiziose che nelle cosiddette provinciali. Il racconto procede spedito: gli oltre quarant’anni di ricordi sono compressi in una modalità molto sommaria, forse un po’ troppo in alcuni punti; questo d’altra parte rende il testo più che accessibile: anche i tifosi meno esperti potranno accostarsi alla lettura senza problemi. Inoltre il lavoro di Paquito Catanzaro non si limita alla ricostruzione storica, ma “gira” attorno al protagonista attraverso varie interviste, brevi ma intense, con personaggi particolarmente legati alla figura di Vinicio. In primis i due figli maschi, Mario e Marco, ma anche ex calciatori come Tarcisio Burnich e poi giornalisti, uno scrittore, un attore ed anche un sociologo. A concludere il tutto una rassegna di fotografie gentilmente concesse dalla famiglia del Leone. Il libro rende dunque il giusto omaggio ad un uomo forse poco reclamizzato, ma che porta con sé un pezzetto importante del calcio italiano e che ha saputo lasciare un segno anche per le sue qualità personali.

Perché leggere Il Leone di Belo Horizonte di Luis Vinicio (con Paquito Catanzaro):

per riscoprire (e non dimenticare) uno dei migliori attaccanti della Serie A e un allenatore innovativo.


Titolo: Il Leone di Belo Horizonte
Autore: Luis Vinicio (con Paquito Catanzaro)
Editore: Homo Scrivens
Anno: 2021
Pagine: 199

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