Ansia, sudore e Serie A raccontate dal terreno di gioco

Anche la scrittura può essere di plastica. Fredda, asettica, “costruita”. Nelle autobiografie dei calciatori (sarebbe meglio dire biografie, dato che la penna, solitamente, ce la mette qualcun altro) lo è spesso. Se non sempre. La personalità sparisce tra le pieghe di parole e figure retoriche che sai per certo che quel giocatore lì non avrebbe mai usato. O che comunque puntano solo a imbellettare banalità e cose note. Ogni tanto vengono raccontati aneddoti che, quantomeno, consentono al lettore di immagazzinare informazioni buone da riesumare in una serata tra amici. Stop. Ecco, Un lavoro da mediano. Ansia, sudore e Serie A (66thand2nd, pp. 235, 2022) non è niente di tutto questo. La scrittura, piuttosto che di plastica, è di legno: a tratti levigata e a tratti ruvida, artigianale (forse fin troppo) ma viva. E il merito è tutto dell’autore, Alessandro Gazzi, ex mediano di A e B, professionista del pallone per oltre vent’anni.

Un flusso di coscienza.

Ecco, in sostanza sta tutta qua (e mica è poco) l’unicità di questo libro, ovvero che a scriverlo è stato un uomo che a lungo ha calcato i campi più importanti del nostro paese e che ora racconta senza alcuna mediazione se non quella dei suoi ricordi e delle sue emozioni. Ne esce un libro che pare quasi una seduta psicanalitica, un flusso di coscienza in cui Gazzi rivive tutta la sua carriera, dai promettenti inizi al Treviso fino alle ultime partite all’Alessandria. In mezzo, sudore e delusioni, ansie ed esultanze, turbamenti e soddisfazioni. L’altalena emotiva di Bari, con tanto di coinvolgimento nel caso calcioscommesse (forse qui l’autore avrebbe potuto aprirsi un po’ di più…), l’incredibile esperienza alla Reggina, il legame creato negli anni col Toro.

Un ragazzo normale e un sogno.

La parte più affascinante del libro, in realtà, c’entra poco col calcio giocato. E anche di aneddoti particolarmente succulenti o curiosi non è che ce ne siano poi tanti – sebbene le opinioni di Gazzi su alcuni degli allenatori con cui ha lavorato, in particolare Mazzarri, Conte e Ventura, siano molto interessanti. A incuriosire e tenere il lettore attaccato alle pagine sono soprattutto i passaggi in cui Gazzi “illumina” i pensieri e i sentimenti del calciatore. Suoi, ovviamente. Ma che, probabilmente, riguardano anche tanti altri colleghi. Che, è giusto ricordarlo, non sono tutti Messi, Cristiano Ronaldo o Mbappé, e nemmeno giovanotti tutto pallone e discoteca. Ci sono anche tanti ragazzi normali che hanno avuto l’incredibile fortuna di realizzare un sogno. Quel sogno, però, devono tenerselo stretto, sudarselo ogni giorno, perché è tanto reale e lucroso quanto labile e potenzialmente distruttivo.

In tal senso, Gazzi è bravissimo a mettere l’accento sulle proprie ansie e le proprie paure, sul timore di non essere abbastanza. L’impressione è che il ragazzo soffra un po’ della “sindrome dell’impostore”, ma viene abbastanza semplice empatizzare con lui e immaginare che tra i calciatori di Serie A (che sono pochi se si considerano quanti ragazzi giochino a calcio in Italia, ma che non sono neppure due o tre) siano in tanti quelli che provano le stesse emozioni.

Vivo e vero.

Questo è il primo libro di Gazzi, ma non è la prima volta che l’ex centrocampista si mette alla prova con la scrittura. Online è possibile rinvenire una sorta di blog con suoi pensieri e racconti. Il suo stile è molto emotivo – come è lui, o almeno così pare da ciò che racconta –, e proprio per questo ogni tanto si perde un po’ in enfatizzazioni eccessive e aggettivazioni ridondanti, ma è anche vivo, come dicevamo all’inizio, ovvero privo di sovrastrutture e banalità fine a se stesse. A tratti, in quei momenti in cui racconta di aver odiato il calcio, pare un po’ strizzare l’occhio alla narrazione à la Open, ma viene difficile pensare che stia mentendo. Perché, oltre che vivo, l’impressione è che sia un libro vero. Insomma, oltre che un mediano sul campo da gioco, Gazzi si è dimostrato anche un ottimo mediano della letteratura. Di quelli di cui c’è sempre bisogno. Di quelli a cui, alla fine, vuoi bene.

Perché leggere Un lavoro da mediano. Ansia, sudore e Serie A di Alessandro Gazzi:

per scoprire cosa prova un ragazzo normale quando scende in campo a San Siro e ha l’impressione di non meritarsi affatto quell’occasione. Per abbattere tanti luoghi comuni su calcio e calciatori.


Titolo: Un lavoro da mediano. Ansia, sudore e Serie A
Autore: Alessandro Gazzi
Editore: 66thand2nd
Anno: 2022
Pagine: 235

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