Grazie, Signore, che ci hai dato il calcio – Fabio Caressa
(Tele)cronache di una vita nel pallone
“Gracias, Dios…”.
Fabio Caressa ama alla follia il proprio lavoro. Da decenni vi si dedica con passione e talento, ottenendo risultati importanti e non poche soddisfazioni. Ancora una volta, con la sua quinta pubblicazione individuale, apre uno squarcio su quel mondo che lo ha reso tanto popolare. Grazie, Signore, che ci hai dato il calcio è un’ampia finestra spalancata – una sorta di dietro le quinte – sul panorama calcistico nazionale ed estero. Un punto di osservazione particolare e intrigante. Va subito spiegato il titolo, che riprende l’esclamazione di Fabio al termine della sua telecronaca agli Europei 2020, in cui gli Azzurri avevano appena superato l’Inghilterra ai rigori. Una partita ed un epilogo al cardiopalma. Da qui l’espressione liberatoria del giornalista, la sua personale “preghiera” di gratitudine per uno sport che regala attimi così intensi ed esaltanti. Invocazione, per altro, che richiama quella del suo collega Victor Hugo Morales, uruguaiano “prestato” all’Argentina, al Mondiale del 1986; dopo il secondo gol di Maradona, sempre contro gli inglesi – il gol più bello della storia del calcio – , commosso e piangendo di gioia, il cronista proruppe in un «Gracias Dios, por el fùtbol, por estas làgrimas!…»
Vita da telecronista.
Nel libro ci sono lacrime e risate, situazioni di ansia e di rilassatezza, momenti esilaranti e di tensione. Incontri e scontri, complicità e incomprensioni. La routine di un affermato telecronista. La sua vita quotidiana, le circostanze più paradossali ed emozionanti della sua lunga carriera. Il volume è leggero, agile, confidenziale. Incentrato sulla storia della collaborazione tecnica con Beppe Bergomi ai microfoni di Sky: l’ingaggio, la stima, l’amicizia, l’intesa totale. Caressa racconta della loro simbiosi lavorativa e umana: pregi e difetti dell’uno e dell’altro, le specifiche peculiarità, la complementarietà di vedute e di carattere. Una coppia perfetta quanto a sincronia degli interventi che commentano le gare e le azioni di gioco. Una coppia ideale quanto ai ritmi della narrazione televisiva e alla capacità di coinvolgimento del telespettatore. Il testo presenta un’infinità di aneddoti che li vede protagonisti, e annota le loro più curiose e spericolate avventure.
Fabio, Beppe e …
Caressa sottolinea a più riprese il ruolo di paciere, equilibratore, risolutore del suo prezioso compagno “Bepi”, come lui lo chiama. Sempre preciso, composto e metodico. Decisivo ed efficace sia riguardo al proprio ambito di lavoro, sia riguardo agli imprevisti della loro vita professionale. Il giornalista, pur onorando e celebrando il loro connubio, non dimentica i tanti campioni che negli anni lo hanno accompagnato nel corso delle telecronache. Dalla sua esperienza in Telepiù in poi. Josè Altafini, il primo, poi Boban, Capello, Del Piero, Costacurta, Marocchi. Di Canio, Vialli, Paolo Rossi, e così via. Di ciascuno tratteggia le caratteristiche, il valore, l’insegnamento. Ed ecco il punto: il segreto del suo successo e della sua riuscita, oltre alla serietà della sua preparazione, ci pare proprio consista nell’incessante desiderio di imparare e di migliorarsi. Nel suo lavoro, come in qualunque altro lavoro, non ci si improvvisa. Occorre studio, approfondimento, applicazione senza sosta. Non a caso Caressa ci parla del proprio archivio personale relativo ad ogni calciatore, che aggiorna in continuazione e che consulta preparando una partita. E fa tesoro anche di quanto gli stessi colleghi gli possono insegnare e trasmettere. Questo è il suo valore aggiunto. Questa la sua personalità. Acuta, rispettosa, semplice, genuina. Con una fede incrollabile nei buoni sentimenti e nei principi basilari quali rispetto, senso del dovere, correttezza. È grazie ad essi che, come racconta nel libro, è riuscito ad affrontare le situazioni più complicate (e le persone più difficili) incontrate nel proprio ambiente.
Grazie, Fabio!
I capitoli conclusivi sono, a nostro avviso, quelli più avvincenti e riusciti. È qui che emerge l’abilità di comunicatore e la sensibilità dell’autore. Qui rivela le sue preferenze. Gli stadi più belli. La classifica delle partite indimenticabili, delle rimonte impossibili, delle prodezze inattese. Ed anche la gioia di rivivere le emozioni dell’Europeo 2020, grazie al ricordo e alla sintesi qui riproposti. E dunque grazie, Fabio, che – come in quell’occasione e sempre – porti nelle case le magiche atmosfere degli stadi, le invenzioni e le geometrie tracciate sui campi di gioco, le festanti coreografie dei tifosi infuocati. Grazie, Fabio, che con la tua voce colori il calcio di poesia.
Perché leggere Grazie, Signore, che ci hai dato il calcio di Fabio Caressa:
per comprendere ancor più nel dettaglio la professione del telecronista sportivo (e calcistico in particolare); per toccare con mano l’intesa assoluta e l’amicizia autentica di due colleghi che si completano perfettamente nella vita e nel lavoro.
Titolo: Grazie, Signore, che ci hai dato il calcio
Autore: Fabio Caressa
Editore: Sperling & Kupfer
Anno: 2022
Pagine: 243