Una raccolta di scritti del giornalista uruguaiano

Non per tutti?

Se mai ci avete fatto caso, stavolta lasciate perdere il nostro voto a questo libro, le stelline colorate che vedete qua sopra. Sono tre e, per quello che può valere, significa che il libro in questione “ci è piaciuto” (fossero state quattro ci sarebbe “piaciuto molto”, mentre con cinque lo avremmo addirittura ritenuto “imperdibile”). Chiuso per calcio è una raccolta di scritti di Eduardo Galeano, famoso giornalista uruguaiano morto nel 2015 a settantacinque anni. Noi lo avevamo già incontrato nel suo Spendori e miserie del calcio, scritto nel 1998 e di cui potete leggere qui la recensione. Galeano è un caso un po’ a parte, se così possiamo dire. Non si può definire un “normale” scrittore di sport, perché si è occupato di molto altro. È difficile ritenerlo un autore adatto a tutti i lettori, perché i suoi discorsi sul calcio spesso si allargano, cioè contengono anche storia, politica, società, filosofia… Anche per questo, dovendo valutare il libro, ci limitiamo alle nostre tre stelle. Probabilmente non lo consiglieremmo ai giovani tifosi, perché potrebbero fare fatica a capire tutto, forse anche a livello grammaticale (il livello di scrittura è abbastanza alto).

Fame di calcio.

Inoltre, Chiuso per calcio potrebbe non entusiasmare i fan più moderati, cioè quelli “tranquilli”, che seguono le partite ma non pensano tutto il giorno, tutti i giorni, ad una squadra (davvero esiste della gente così?). Però, se amate il calcio, se avete sempre fame di calcio, e siete abbastanza grandi da averne già assaggiato diverso… allora qui troverete pane per i vostri denti. Il libro non nasce per volontà di Eduardo Galeano, ma dalla redazione del sito web ultimouomo.com e dall’editore SUR, specializzato in letteratura sudamericana. Nell’opera sono riuniti «testi pubblicati e scritti per quotidiani e riviste, organizzati in due parti: nella prima storie su personaggi e avvenimenti specifici, nella seconda interviste e discorsi» (dalla prefazione di Daniele Manusia). In totale fanno trecentotrenta pagine di cui però le ultime cinquanta dedicate ad un elenco, aggiunto dai curatori, che presenta brevemente i protagonisti dei vari scritti (dalla A di Muhammad Ali alla Z di Zizinho). Gli articoli si leggono abbastanza in fretta, perché spesso sono molto brevi (anche solo una o due facciate).

Il seme della speranza.

In alcuni casi il senso non emerge immediatamente: può essere difficile ricostruire il contesto dei fatti descritti, o capire se e quanto questi vengano in qualche modo romanzati dall’autore. Però ci sono degli elementi che emergono con potenza. Anzitutto l’abilità di Galeano che si rivela capace, da vero giornalista, di stare “attaccato” alla realtà e di aprirla, con pensieri larghi (che non significa lunghi!) e domande profonde. In tanti casi l’uruguaiano “divaga” ma non prima di aver colpito al cuore le sue questioni, cogliendone l’essenza. Anche quando si tratta di argomenti noti: è bello sentirlo parlare di Maradona, di Pelé, di Zidane, così come dei Mondiali che seguiva avidamente ogni quattro anni (appendendo fuori casa il cartello Chiuso per calcio, da cui il titolo). E poi c’è l’amore. Perché è così: Galeano ama il calcio. Ci vede dentro tutto l’uomo nelle sue eterne contraddizioni. Coglie in esso il seme della sorpresa, dell’inaspettato. Un germoglio sempre più schiacciato dalla società di oggi (accusata a più riprese), ma che può ancora sbocciare all’improvviso in un rettangolo verde. Ecco perché, «nel bene e nel male, che piaccia o meno», il calcio continua ad essere una speranza per l’uomo, così come l’uomo continua ad essere (o a poter essere) una speranza per se stesso.

Perché leggere Chiuso per calcio di Eduardo Galeano:

perché parla del calcio così come parla degli uomini. E questo, in effetti, può interessare un po’ a chiunque.


Titolo: Chiuso per calcio
Autore: Eduardo Galeano
Editore: SUR
Anno: 2023
Pagine: 326

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