La poesia del ring e la vita di un campione degli anni ’50

Al centro di questa storia di formazione troviamo Augusto, una giovane promessa del pugilato italiano degli anni Cinquanta che, dopo avere incontrato Maria, lascerà il ring per costruirsi una famiglia, diventando padre di tre figli. La storia fa riferimento a una vicenda vera ed è scandita in tre parti. Nella prima parte assistiamo al racconto dell’infanzia di Augusto, segnata dalla Seconda guerra mondiale e dalla povertà, vissuta in una famiglia numerosa e con un padre lontano e distratto. Le vicende dell’infanzia si alternano con quelle di un Augusto più grande, che ha già scelto la sua strada di pugile e con quelle di una giovane Maria, la donna con cui poi dividerà la sua vita intera. Proprio con la scena del loro matrimonio si apre la parte finale del libro che li vede alle prese con i loro cambiamenti e con quelli del mondo che li circonda, con le conquiste e le sconfitte che la vita si tira dietro. Così questa storia diventa anche emblematica dei momenti di transizione che l’Italia ha vissuto dal dopoguerra a oggi.

Dalla realtà, al verso, alla scena.

Il libro è scritto in versi e ha un ritmo che coinvolge, che rende la storia di Augusto contemporanea e vicinissima al lettore. Perché Augusto, che è l’eroe di questa storia, appartiene al popolo, è sempre in lotta con la vita e per la vita. Una lotta che si compie sul ring, ma che si consuma sul campo di battaglia del quotidiano e ce lo fa sentire palpitante e vivo come tutti gli altri personaggi: il Pino, Anna, Agnese, Maria stessa. Personaggi vivi e definiti a tal punto che quest’opera in versi è stata presentata in teatro nel 2016, in una versione drammaturgica curata e interpretata sulla scena da Adriana Bagnoli, figlia dell’autore, nonché nipote di quel Cesarino Bagnoli da Carate Brianza che si nasconde dietro le gesta di Augusto.

Un colpo in più: il dialetto.

La lingua di questo racconto in poesia non può che essere viva e pulsante.  É una lingua parlata, reale, che nasce quasi nella bocca dei personaggi, ricca di tutte quelle sfumature sgangherate che colorivano la parlata di un brianzolo del secondo dopoguerra, poco incline a ricamare discorsi. E per dare ancor più concretezza e veridicità, il testo viene pubblicato con una traduzione a fronte in dialetto brianzolo di Piero Marelli, tra i più importanti poeti dialettali contemporanei.

Un assaggio del ring.

Qui riportiamo i primi passaggi di Fuori i secondi, un romanzo in versi, un poema in prosa avvolto dal fumo grigio, dalla verità e dal sudore di certe palestre in bianco e nero della Parigi di Jean Gabin, dove a testa alta si respirava il rigore e l’onore del tirare pugni. Dove si affrontava con lealtà il proprio destino, sul ring e nel vivere quotidiano. La speranza e la volontà di vincere tra le corde di un ring sono le stesse di vincere nella vita; sono quei “secondi”, che ci osservano mentre li viviamo.

Ancora qualche secondo e sarebbe stato solo, 
solo contro un altro che era solo contro di lui. 
Non era la prima volta, ma ogni volta è come 
se fosse la prima. Soltanto, ogni volta, sai 
un po’ meglio che cosa ti puoi aspettare da te.

Ti volti indietro e sai quello che hai fatto
e quello che hai davanti non ti può spaventare. 
Tutt’al più potrebbe essere più forte, pensava 
lui: la vita gli aveva già pestato duro il muso; 
nessuno, invece, gli aveva fatto scricchiolare

le ossa dentro al ring. È da mettere in conto, 
gli dicevano in palestra; che lo sport t’insegna 
anche a perdere. E che era per la vita. Mica vero. 
Sul ring ci stava salendo ora, dopo essere 
sbucato dagli spogliatoi in qualche modo

sistemati dentro i cessi del cinema Corona. 
Il ring si vedeva appena, da lì: c’era molta gente, 
ognuno aveva già fumato il suo pacchetto di sigarette, 
faceva molto caldo, lì dentro. Augusto cammina 
tra le sedie disposte intorno al quadrato, davanti a lui

c’è il Pino, che gli taglia la nebbia davanti, con una bottiglia 
in una mano e il secchio con la spugna nell’altra. 
Augusto avanza saltellando sulla punta dei piedi, 
dentro il suo accappatoio azzurro, con il suo nome scritto 
dietro, con il cappuccio che gli copre quasi tutta la faccia, 
la faccia piena di vaselina, la faccia lucida che il Pino 
ha riempito di vaselina. 

Perché leggere Fuori i secondi di Corrado Bagnoli:

perché sa raccontare “da dentro” uno sport duro e meraviglioso come il pugilato; perché sa farci rivivere come presenti le cose che i nostri genitori hanno vissuto; perché sa farci vivere dentro i luoghi che descrive e ce ne fa quasi sentire il rumore e l’odore; perché ci fa piangere per una vittoria, per un amore o un dolore. 


Titolo: Fuori i secondi
Autore: Corrado Bagnoli
Editore: La vita felice
Anno: 2016
Pagine: 240

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