Un ritratto intimo di Enzo Bearzot

Una storia nota.

Diciamolo subito: con questo libro siamo di parte, perché è stato scritto da uno di noi ovvero Giacomo Moccetti, giornalista per la RSI svizzera e per il nostro sito. Giocare come Dio comanda è dedicato ad Enzo Bearzot, grande personaggio del calcio italiano, nato in provincia di Udine nel 1927 e morto a Milano nel 2010, ad ottantatre anni. Tutti lo ricordano perché nel 1982 ha guidato la nazionale italiana alla vittoria del suo terzo Mondiale. Un successo nato tra le avversità e per questo ancora più intenso e goduto. La storia è nota: gli azzurri rischiarono di essere eliminati nella prima fase del torneo e si ritrovarono con le spalle al muro nella seconda. Ma proprio quando la situazione pareva disperata, sbocciarono come il più maestoso dei fiori. Bearzot e i suoi ragazzi batterono in sequenza Argentina, Brasile, Polonia e Germania Ovest, le migliori squadre dell’epoca, e riportarono in Italia la Coppa del Mondo quarantaquattro anni dopo quella precedente.

Una cipolla.

I meriti del “Vecio”, come era soprannominato il mister, sono stati riconosciuti più volte: seppe resistere alle critiche, tirare dritto per la sua strada, tenere unita la squadra, valorizzare i singoli giocatori. Insomma, l’abc del bravo allenatore. Il nostro Giacomo Moccetti, per il suo “ritratto intimo”, parte proprio da lì, dagli elementi conosciuti e dunque superficiali, per così dire. All’intimità cui fa cenno il sottotitolo ci si arriva con calma, com’è giusto che sia in fondo. Per descrivere questo libro potremmo usare la classica immagine della Matrioska, o anche quella di una cipolla: la descrizione parte dagli strati più esterni del personaggio, che man mano vengono deposti per arrivare al germoglio e alla radice della persona. Il tutto con la delicatezza dovuta ad un uomo famoso, che tutti o quasi hanno in mente, ma che non tutti hanno conosciuto. Moccetti è andato a cercare alcune delle persone che più si sono legate a Bearzot durante la sua vita: ne ha trovate tredici, dai calciatori del Mondiale ’82 fino ai nipoti del grande “Vecio”.

Sfumature diverse.

Testimonianze raccolte “in presenza”, al telefono o in videochiamata, e poi distribuite in più sezioni per inquadrare il protagonista da varie angolature: il mister, il papà, l’amico, il nonno… L’autore ha descritto singolarmente ognuno dei suoi incontri, riportandone i discorsi diretti e questo ci aiuta anche a capire come ha preso forma il suo lavoro di ricerca. I contenuti acquistano freschezza a mano a mano che si procede. Già altre volte gli appassionati avranno sentito Dino Zoff (ex portiere) o Beppe Bergomi (ex difensore) parlare del loro vecchio c.t. Ma ci sono contributi che aggiungono sfumature diverse, ricostruendo ad esempio la carriera del Bearzot calciatore (250 presenze in Serie A), oppure accennando alle sue idee politiche o alle antipatie per un paio di colleghi allenatori. Fino all’ultimo capitolo, in cui i tre nipoti del mister si siedono ad un tavolo e rammentano a ruota libera. Ne viene fuori un libro vivo, pulsante di ricordi, una sorta di documentario in forma scritta. Un libro che, in meno di duecento pagine, ci permette quasi di incontrare di persona il grande “Vecio”.

Perché leggere Giocare come Dio comanda di Giacomo Moccetti:

perché contiene tante testimonianze dirette da persone che hanno potuto conoscere Bearzot più in profondità.


Titolo: Giocare come Dio comanda
Autore: Giacomo Moccetti
Editore: Battaglia Edizioni
Anno: 2023
Pagine: 192

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