Football e vita di un’icona americana 


Per molti, in Italia, Tom Brady è «quello lì che gioca a football» o eventualmente «quello che sta con Gisele Bündchen». Per molti, negli Stati Uniti, Tom Brady è «The Greatest of all Time», The GOAT, il più grande di sempre. Per Roberto Gotta, autore de Il mondo di Tom Brady (Indiscreto, 2019, 198 pp.) non c’è una definizione precisa e definitiva di Brady, c’è una storia da raccontare, la storia di un giocatore di football divenuto un’icona americana. E nessuno meglio di Gotta, che ha visto dal vivo sei dei nove Super Bowl disputati dal quarterback dei New England Patriots, avrebbe potuto narrarne la vita e la carriera.

Predestinazione.

Non conosciamo le posizioni religiose di Roberto Gotta, ma ci sentiamo di dire che non sarebbe mai andato d’accordo con Giovanni Calvino, il teologo che teorizzava la predestinazione e quindi un destino già scritto fin dalla nascita per ogni essere umano. Perché Gotta non crede alla predestinazione, perlomeno non ci crede nel caso specifico di Tom Brady, il quale in gioventù aveva tutto fuorché le stimmate del predestinato. “Tommy” era un ragazzo normale, un po’ goffo, persino sovrappeso. Nessuno avrebbe mai detto che sarebbe diventato quel che è diventato, e se qualcuno sostiene di averlo capito in tempi non sospetti, mente. Perché leggendo le pagine de Il mondo di Tom Brady emerge chiaramente come quella di Brady verso la gloria sportiva sia stata una corsa ad ostacoli. Niente di facile, niente di scontato. E già solo per questo varrebbe la pena leggere il libro: per realizzare che tutto quello che ci hanno raccontato in questi anni di un Tom Brady baciato dal talento e quindi naturalmente destinato al successo è una colossale balla.

Numero 199.

Al liceo non incantava come quarterback. Al College, alla Michigan University, alla sua prima stagione era il settimo (sic!) quarterback della squadra, e ancora al quarto anno non era il titolare indiscusso. Fu draftato in Major League Baseball nonostante in testa avesse quasi esclusivamente il football, e quando arrivò il momento del draft NFL fu scelto con il numero 199. Come uno dei tanti, anzi forse pure qualcosa in meno. Lo scelsero i Patriots, e nacque così un binomio sportivo leggendario, al livello di Jordan-Bulls o di Pelé-Santos, ma all’epoca non lo sapeva nessuno. A parte Brady, che sapeva di avere nelle corde un potenziale che nessuno si immaginava. E andò a dire al proprietario della squadra «io sono la migliore decisione che il suo club abbia mai preso». Non lo disse per superbia, lo disse perché ne era convinto, o perché voleva convincersene.

Studio e colpo d’occhio.

In duecento pagine Gotta descrive la parabola sportiva di Tommy, ma pure il contesto privato in cui è cresciuto e vive; accenna alla storia dei New England Patriots con molteplici aneddoti su Bill Belichick, che sta a Brady come Rinus Michels stava a Johan Cruyff; spiega dinamiche del college football e del successivo arruolamento in NFL. È raro poter utilizzare la parola “esaustivo” per descrivere un libro. Ma in questo caso è una parola appropriata. Ovviamente è impossibile mettere tutto Tom Brady in duecento pagine. Ma non manca nulla nel libro di Gotta. C’è tutto ciò che serve per farsi un’idea generale della vita di uno dei più grandi sportivi della storia.

Lo studio ossessivo del playbook (il libro degli schemi) e la capacità di cogliere con un solo sguardo la situazione della difesa avversaria sono due delle qualità che hanno reso grande Brady. Studio e colpo d’occhio. Guarda un po’, le stesse qualità messe in campo per questo libro dall’autore, che ha dapprima studiato la storia di Tommy ed è poi stato capace di tradurla in un’opera che fornisce al lettore un colpo d’occhio generale.

Perché leggere Il mondo di Tom Brady di Roberto Gotta:

perché mancava un libro che raccontasse così Tom Brady. Mancava agli appassionati di football, a coloro che non hanno idea di cosa sia un touchdown, e pure ai lettori di rotocalchi.


Titolo: Il mondo di Tom Brady. Football e vita di un’icona americana.
Autore: Roberto Gotta
Editore: Indiscreto
Anno: 2019
Pagine: 198


Per leggere l’intervista a Roberto Gotta clicca qui.

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