I protagonisti e le epopee della Mitropa Cup (1927-1940)

Siamo ormai abituati, nel primo ventennio del Terzo Millennio, a seguire le gesta dei nostri calciatori preferiti attraverso mezzi prima di tutto audiovisivi: ma che dire di quando, a fine del Secondo Millennio, leggevamo, su qualche libro dedicato alla storia del calcio, del Grande Torino, dell’Ungheria di Puskás o del grande Di Stefano? Quanti di noi avevano mai visto un filmato di questi campioni? Per chi voglia provare a ripetere nel 2021 questa stramba esperienza di conoscenza fatta solo di parole, ecco qua le trecento e passa pagine (impaginate indegnamente, rispetto al contenuto, giacché anche l’occhio vuole la sua!) de La Coppa Dimenticata, fatica del giovane Jo Araf, lettore attento di cose (sportive, ma non solo) mitteleuropee.

Storie di seconda mano (giornalistica).

Già: perché le fonti del lavoro sono prima di tutto le cronache giornalistiche dell’epoca, mixate e rinforzate con qualche libro di storia del calcio di varia provenienza (non solo inglese e tedesca, ma pure quelli scritti in qualche lingua centroeuropea assai ostica per la maggior parte dei lettori italiani), utile a rifornire la narrazione di gustosi aneddoti sui singoli protagonisti. Convince anche la scelta narrativa fondamentale, ossia presentare le varie edizioni della Coppa dell’Europa Centrale seguendo il cammino della squadra risultata alla fine vincitrice (Sparta Praga per il 1927, Ferencváros per il 1928, e così via). Non essendo mai stato l’albo d’oro di questa manifestazione dominato né da una sola squadra (come la Coppa Campioni, nata negli anni Cinquanta e vinta immediatamente cinque volte di seguito dal Real Madrid) né da una stessa nazione, Araf ci permette di conoscere man mano tantissime squadre austriache, cecoslovacche, ungheresi ed italiane, con qualche apparizione anche di team provenienti da Jugoslavia, Svizzera e Romania. Soprattutto, siamo portati dentro gli stadi senza reti di Praga spesso invasi dal bollente pubblico locale, dentro i più piccoli ma ben più rispettosi della periferia calcistica d’Europa affamata di campioni, così come all’interno delle stanze delle redazioni e del potere. Stanze dove Hugo Meisl, Jules Rimet e Vittorio Pozzo discettavano e poi prendevano decisioni su un calcio che era veramente sentito come una questione transnazionale, mentre nelle cancellerie dell’epoca si scendeva sempre di più nel baratro assurdo della Seconda Guerra Mondiale che avrebbe travolto alla fine la stessa Mitropa Cup, dichiarata morta nel 1940 ma già orfana delle squadre viennesi che l’avevano spesso conquistata.

Una storia poco italiana.

La morte, nel febbraio 1937, di Meisl, geniale organizzatore nonché allenatore del Wunderteam nazionale austriaco, fu già a suo modo il segnale di un mondo di scambi non solo calcistici che stava veramente finendo: di rivalità che sfociavano spesso in scontri feroci tra tifoserie e pure fra calciatori, con tanto di tibie rotte su campi spesso pieni di fango, ma pure di galanteria, di scambi di visite fra squadre, di una stampa nazionale che spesso reclamava ma d’altra parte era più pronta dell’attuale a riconoscere il valore avversario. È una storia, quella della Mitropa Cup, ben poco italiana: i tifosi juventini e interisti non vi troveranno molto delle gesta di Raimundo Orsi o di Giuseppe Meazza, che invece impazzavano nel campionato di Serie A. Piuttosto, saranno contenti i supporters del Bologna, giacché i rossoblù vinsero ben due edizioni della competizione (1932 e 1934), secondo Araf anche grazie al loro tipo di gioco, molto più “danubiano” (cioè offensivo) di quello mostrato dalle proprie consorelle italiche. Ma eccettuando quello di Angelo Schiavio, a chi di noi i nomi di Reguzzoni, Maini, Montesanto e Fedullo dicono qualcosa? Quasi tutti i protagonisti de La Coppa dimenticata sono stranieri, ma tutti da conoscere: da Matthias Sindelar, il Mozart del calcio capace di far vincere per ben due volte la coppa al suo modesto Austria Vienna, a Raymond Braine, il belga «emarginato ad Anversa, re a Praga» con la maglia dello Sparta. Da György Sárosi, vincitore della Mitropa nel 1937 col suo Ferencváros e l’anno dopo vicecampione del mondo con l’Ungheria, a Josef Bican, il famoso attaccante dello Slavia Praga (ma prima aveva militato in due squadre di Vienna, il Rapid e poi l’Admira) conosciuto a tutti gli statistici del calcio perché detentore del record di gol in carriera … Ma questi sono solo alcuni dei nomi, ed alcune delle storie, che vi aspettano in queste pagine.

Perché leggere La Coppa dimenticata di Jo Araf:

Per scoprire un calcio, quello mitteleuropeo, ormai dimenticato, ma un tempo tanto importante


Titolo: La Coppa dimenticata
Autore: Jo Araf
Editore: Urbone Publishing
Anno: 2021
Pagine: 335

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