L’autobiografia dell’uomo che ha cambiato il calcio

È un peccato che Johan Cruyff sia morto a soli 68 anni, nel marzo 2016. L’olandese è stato un calciatore leggendario, ma anche un grande allenatore e un uomo pieno di idee. Probabilmente, se un tumore ai polmoni non lo avesse fermato, avrebbe lasciato altri segni nella storia dello sport. Questa perlomeno è la sensazione che lascia l’autobiografia del tre volte Pallone d’oro, intitolata La mia rivoluzione e giunta nelle librerie italiane sempre nel 2016. Però abbiamo di che consolarci perché di Johan Cruyff è rimasto molto sul pianeta Terra. Anzitutto l’Amsterdam Arena, lo stadio dell’amato Ajax che oggi porta il suo nome.

Un uomo in anticipo.

E poi c’è la rivoluzione. Quella che qualcuno, purtroppo non meglio specificato nel libro, ha efficacemente ribattezzato “calcio totale” e che il campione olandese ha esportato in Spagna, trasferendosi al Barcellona nel 1973. Parole chiave: “tecnica”, “visione di gioco” e soprattutto “anticipo”, caratteristica che ha contraddistinto il calciatore Cruijff ma anche l’uomo Johan, precoce in tante fasi del suo sviluppo. Calcio totale è giocare d’anticipo, con o senza palla: se mister Rinus Michels, storico allenatore oranje, può considerarsi il padre più plausibile di questa filosofia, l’ex numero 14 ne rappresenta il simbolo principale. Uno “zio d’America” del calcio totale perchè negli Stati Uniti, terre storicamente all’avanguardia, Cruyff ha ampliato le sue conoscenze e la sua mentalità, ponendo solide basi per le seguenti carriere da allenatore (anche qui, plurititolato) e dirigente (più controversa). Pure fuori dal campo, il grande Johan ha saputo integrare le proprie capacità con le diverse esperienze accumulate.

I migliori gol di Cruyff con la maglia dell’Ajax.

Un “malato” di calcio.

A proposito di talento: tra le righe del libro – scorrevole, raramente noioso – emerge un’altra peculiarità di Cruyff e del suo gioco: l’abitudine alla perfezione, o comunque ad un livello costantemente alto. Fattore che apre il dibattito: il calcio totale, che l’autore descrive fin nei dettagli tattici, è per pochi eletti? Quando Johan lo definisce “semplice”, lo intende riproducibile su larga scala? Per metterlo in pratica è sufficiente disporre degli interpreti adatti? La questione resta aperta, per la gioia dello stesso Cruyff che da vero “malato” di calcio ha sempre fatto il tifo per il bar sport, l’appuntamento aperto a tutti in cui ognuno può difendere la propria porzione di verità. Da segnalare infine i passaggi relativi alla famiglia, più saltuari ma molto intensi: proprio il figlio Jordi ha curato la postfazione del libro.

Perché leggere La mia rivoluzione di Johan Cruyff:

perché contiene tanti temi d’interesse legati al calcio; perché guarda al calcio da più punti di vista; perché espone riflessioni interessanti.


Titolo: La mia rivoluzione
Autore: Johan Cruyff
Editore: Bompiani
Anno: 2018
Pagine: 234

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