Lewis Hamilton. Figlio del vento – Mara Sangiorgio
Un mito della Formula 1 raccontato dal paddock
Migliore di sempre?
Si può sempre discutere sulla competitività o la spettacolarità della Formula 1. Così come ci si può arrovellare all’infinito sulla solita, grande domanda: conta di più il pilota o la macchina? Ma si può anche trovare qualcosa di indiscutibile, come la bravura di Lewis Hamilton. L’inglese classe 1985 è entrato nella leggenda della Formula 1 prima ancora di ritirarsi. Il suo palmares, aggiornato ad inizio 2021, è più che eloquente: 7 Mondiali conquistati, record di gran premi vinti, più di centosessanta volte sul podio… E visto che scripta manent, farà piacere agli appassionati italiani che qualcuno abbia messo nero su bianco la storia di Hamilton. La casa editrice kenness ha già raccontato grandi atleti, da Muhammad Ali a Serena Williams, affidandosi ad autori pienamente immersi nei rispettivi sport. Per la Formula 1 la scelta è caduta su Mara Sangiorgio ed era difficile trovare di meglio, perché la giornalista di Sky Sport segue da anni (dal 2013 per l’esattezza) le corse in macchina da una posizione ravvicinata, in qualità di reporter da bordo pista. La sua preziosa esperienza ci porta alla riscoperta di Lewis Hamilton, in un ritratto che non si ferma alla superficie tecnica.
Incontri-scontri.
Il libro è breve e per lo più scorrevole, tocca le 150 pagine, non può avere i contorni dell’opera totale o definitiva anche perché tratta di un campione in attività (lui stesso ha peraltro già firmato un testo biografico: La mia storia, Edizioni Mare Verticale, 2020). Il racconto è ben costruito: procede in ordine cronologico e in alcune parti si fa coinvolgente. Il capitolo più “caldo” è quello relativo al Mondiale 2016, che Hamilton perse a vantaggio del vecchio amico Nico Rosberg. L’autrice alterna le più concitate fasi di pista a dei pit-stop introspettivi, che inquadrano le reazioni emotive dei protagonisti aiutando chi legge ad immergersi. Di contro, in alcuni punti i termini utilizzati rimangono un po’ gergali e un lettore meno esperto potrebbe non capire tutto nel dettaglio. Ma importa il giusto, perché la sostanza del libro emerge chiara e tonda: la crescita di un pilota che, di anno in anno, è riuscito a compiere il passo decisivo da grande talento a super vincente.
Oltre i confini.
A dire il vero Lewis si è spinto oltre, superando i confini dello sport per spingersi in altri mondi e sempre con un certo successo. Nella moda ad esempio è arrivato persino a firmare una propria linea di abbigliamento, assieme al noto stilista americano Tommy Hilfiger. E’ netta l’impressione che Hamilton, una volta ritiratosi dalle corse, avrà ancora il suo bel da fare in giro per il globo. Di sicuro però la forte esposizione mondana non ha intaccato le sue prestazioni lavorative, tutt’altro. Come afferma il suo manager, Toto Wolff, nel capitolo 1: «Ho la sensazione che abbia bisogno di distogliere la mente dalle corse. Se è in grado di fare una sfilata di moda o registrare musica, si dimentica delle gare e può tornare più forte e più concentrato. Funziona così». Forse non era compito di questo libro indagare le motivazioni più nascoste di Lewis Hamilton; ma certamente la panoramica di Mara Sangiorgio offre tutti gli spunti necessari per omaggiare e considerare come si deve questo “figlio del vento”.
Perché leggere Lewis Hamilton. Figlio del vento di Mara Sangiorgio:
perché è una lettura agile, intensa e “sgorgata” da bordo pista.
Titolo: Lewis Hamilton. Figlio del vento
Autore: Mara Sangiorgio
Editore: Kenness
Anno: 2019
Pagine: 155