Piccolo glossario cestistico dell’intraducibile

I magnifici dieci.

Nel libro Lost in transition, Luca Picco lavora di fino applicando le sue competenze letterarie e filosofiche al basket. Niente di astratto e teorico, niente di cervellotico e lontano dalla realtà. Anzi, i concetti e le categorie che l’autore presenta sono calati nella concretezza del suo sport preferito e nel racconto di alcuni dei protagonisti. Il libro passa in rassegna la storia di dieci cestisti, puntando soprattutto alla loro peculiarità e alla loro originalità. Sono tutti atleti della NBA, tutti del Nord America (tranne il tedesco Nowitzki), e quasi tutti ex giocatori (ad eccezione di Jeremy Lin, ufficialmente ancora in attività all’uscita del libro). Non sempre si parla di star, leggende o personalità di prim’ordine. Non tutti i prescelti hanno fatto la storia della pallacanestro o hanno lasciato una loro specifica impronta, al pari di Magic Johnson o Michael Jordan. Ma si tratta comunque di carriere altamente significative, che per Luca Picco rappresentano lo stimolo per una rielaborazione e un approfondimento attraverso simbologie ed archetipi culturali universali.

La transizione nel gioco della vita.

Nella maggioranza dei casi si tratta di esperienze sportive appaganti (pur con le inevitabili difficoltà legate ai saltuari momenti difficili) in costante ricerca di “altro” e di “oltre”. Forse anche del “vero sé” e della propria autenticità afferrata ad un livello di consapevolezza maturo e profondo. Leggendo sembra di cogliere i dieci protagonisti un po’ persi in questo dinamismo, che si connota come momento di passaggio e di trasformazione. Pur essendo abituati, sul campo di gioco, ad interpretare schemi che prevedono ribaltamenti di fronte, le cosiddette “transizioni” cioè cambi di posizione, ripartenze. E benchè concentrati sia a difendere che ad aprire potenziali manovre offensive, sembra di sorprenderli sbigottiti e smarriti. In realtà ci si perde solo in apparenza, perché alla fase del disorientamento segue quella del ritrovarsi. In una dimensione – non solo sportiva – più vera, più rispondente e congeniale a se stessi. È una caratteristica di tutti gli uomini, non solo di chi fa attività agonistica ad alti livelli. Probabilmente è il senso stesso del cammino di ogni uomo, il discrimine tra vivere e lasciarsi vivere. Attingere ai principi cardine del proprio essere facendosi guidare da una innata tensione che spinge al compimento e alla pienezza. Oppure fermarsi, accontentarsi, limitarsi. Diventare “soltanto” campioni nel basket e non nella vita.

Il glossario intraducibile.

Quali sono dunque i modelli culturali, gli “assiomi dello spirito” che l’autore utilizza per interpretare le vicende dei suoi campioni? Si tratta di espressioni e di parole per lo più intraducibili (come precisa lui stesso nel sottotitolo). Termini che, nelle lingue originari – giapponese, danese, norvegese, portoghese, tedesco –, condensano valori e qualità dell’agire umano, il cui significato può essere reso con una frase e non con un solo vocabolo. Eccoli: datsuzoku (l’abbandono delle convenzioni); schadenfreude (o la gioia per la sfortuna degli altri); serendipity (la capacità di fare inattese e felici scoperte); fremdschamen (l’imbarazzo generato negli occhi di chi guarda); wabi-sabi (accettazione della transitorietà e dell’imperfezione delle cose); cushlamochree (il battito del proprio cuore in ansia); wanderlust (la voglia di vagare ed errare); saudade (nostalgico rimpianto); hygge (serena disposizione d’animo verso la realtà); fernweh (desiderio di lasciare le circostanze conosciute). I lettori potranno scoprire quali di queste “griglie psicologiche” rappresentano i giocatori proposti: Mark Jackson, Darius Miles, Dirk Nowitzki, Ricky Davis, Desmond Mason, Bison Dele, Shaun Livingston, Larry Sanders, Jeremy Lin, Tracy McGrady. E avranno modo di apprezzare gli abbinamenti pienamente azzeccati. Sarà una lettura piacevole che appagherà la curiosità con i tanti dettagli biografici e al tempo stesso indurrà alla riflessione aprendo a una più ampia visione e ad una più profonda comprensione dell’animo umano.

Perché leggere Lost in transition di Luca Picco:

perché offre una particolare prospettiva esistenziale da cui osservare le carriere e le storie di dieci cestisti, rappresentativi degli anni Novanta-Duemila.


Titolo: Lost in transition
Autore: Luca Picco
Editore: Ultra sport
Anno: 2022
Pagine: 173

1 commento

  1. alessandro medici in 23/07/2022 il 4:26 pm

    stuzzicato dalla recensione ho acquistato e letto con attenzione questo libro che è tutto fuorchè banale.
    mi ha sorpreso per le varie correlazioni tra testi musicali, film , filosofia , richiami letterari e ovviamente basket e che per apprezzarlo meglio dovrò rileggerlo ancora un paio di volte …



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