Diego Armando Maradona raccontato da Gianni Minà

«Nell’immaginario della gente, proprio perché è un ragazzo di strada che è arrivato là dove non gli era permesso, Diego non è un reietto, ma solo uno che si è bruciato per aver volato troppo alto».

Storia di un’amicizia. Basterebbero queste quattro parole per recensire senza essere superflui il libro che Gianni Minà ha voluto regalare ai lettori per celebrare Diego Armando Maradona, campione leggendario e amico intimo dell’ex direttore di Tuttosport. A pochi mesi dalla scomparsa della leggenda che ha reso possibile imprese inimmaginabili con la maglia dell’Argentina e del Napoli, una delle più note penne del giornalismo sportivo italiano ha messo per iscritto, adeguandoci un filo rosso efficace e coinvolgente, la sua relazione di amicizia privilegiata con el Diez argentino. Per farlo Minà ha deciso di raccontare Diego facendo parlare i frammenti più intimi del rapporto con Maradona e, soprattutto, ha dato spazio alle parole rilasciategli dal fuoriclasse argentino in tre incontri-intervista esclusivi, rispettivamente nel 2001, nel 2005 e nel 2013. E proprio nel corso della prima intervista del 2001, rilasciata a Parigi durante la premiazione a miglior giocatore di tutti i tempi avvenuta nell’anno del ritiro ufficiale di Maradona dal calcio giocato, il giornalista tra le altre della RAI realizzò un documento reportage di poco più di un’ora che prese il titolo dalla frase di Diego che è anche il titolo di questo libro: «Non sarò mai un uomo comune». La reazione spontanea e semplicistica potrebbe essere: come fa uno come Maradona ad essere un uomo comune?

Un legame forte e duraturo.

Il calcio e le imprese del 10 fanno da cornice all’imporsi in tutta la sua drammaticità dell’uomo Maradona. Minà incontra e coinvolge Diego nei temi più noti di cui lui è stato protagonista: i legami burrascosi con Ferlaino e Bianchi, la triste vicenda col fisco italiano, la storia d’amore con Cuba ed i regimi populisti ed ovviamente la dipendenza dalla cocaina. Un’amicizia nata e sbocciata tra il 1986 ed il 1987, perdurata fino alle lacrime sincere di Minà all’annuncio della scomparsa del Pibe de Oro a fine 2020. Dalle pagine del libro edito da Minimum Fax traspare in maniera nitida come quella tra Gianni e Diego fosse un’amicizia realmente sincera: Maradona non si giustifica con Minà rispetto agli errori fatti, ma è cosciente che dall’altra parte ha una persona che non lo giudicherà a priori per gli sbagli. Dal canto suo Minà riesce a vestire in maniera efficace i panni del giornalista, documentando i passaggi burrascosi delle vicende di campo ed extracampo di Diego (soprattutto la paradossale storia legata alla sua partecipazione ad USA ‘94 con conseguente squalifica per doping nel corso della rassegna stessa), ma pure quelli dell’amico confidente con cui Maradona si apre parlando di amore verso le figlie e il nipote. Il ritmo del libro non è scandito dai tabellini delle partite, bensì dai grandi accadimenti che hanno segnato la storia di Maradona da quando si è imposto definitivamente come riferimento nel panorama pallonaro mondiale. E Diego ne esce come un uomo fallace e pieno di difetti, ma ben saldo nei suoi giudizi e nelle sue convinzioni: un uomo che viveva in primis per l’affetto e l’amore della gente. Ed è forse proprio questo rapporto di mutuo aiuto reciproco tra Diego e i suoi tifosi, una sorta di baratto di emozioni e sentimenti, che la penna di Minà riesce a restituire in maniera più vera. Probabilmente anche perché lui è stato il primo vero tifoso di Maradona. 

Perché leggere Maradona: «Non sarò mai un uomo comune» di Gianni Minà:

perché non è solo un libro di sport, ma è la storia della vita eccezionale e drammatica dell’uomo Diego Armando Maradona, resa libro da una grande penna del giornalismo italiano.


Titolo: Maradona: Non sarò mai un uomo comune
Autore: Gianni Minà
Editore: Minimum Fax
Anno: 2021
Pagine: 208

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