Niente teste di cazzo – James Kerr
Lezioni di vita e di leadership dagli All Blacks
La squadra.
Gli All Blacks sono la nazionale di rugby della Nuova Zelanda. Sono così soprannominati perché in campo vestono interamente di nero: la divisa monotinta lascia giusto uno spazio in prossimità del cuore, dov’è cucita la felce argentata simbolo del popolo neozelandese. Nati nel 1892, gli All Blacks rappresentano oggi una delle compagini più vincenti nel panorama sportivo, tanto che la loro filosofia di gioco è divenuta oggetto di studio. Nel volume intitolato Niente teste di cazzo, l’autore James Kerr affonda le mani nella mentalità della squadra, traslandone i principi alle situazioni della vita quotidiana e lavorativa in particolare. Il libro, che sfiora le 200 pagine, è dunque consigliato agli appassionati di rugby ma ancor più ai manager aziendali, nonché a tutte le persone che vogliano canalizzare meglio il proprio potenziale.
Gli obiettivi.
Il testo è diviso in 15 capitoli, tanti quanti i titolari in una partita di rugby: il primo passo è pulire gli spogliatoi, ovvero non sentirsi mai troppo grandi per le cosiddette piccole cose; l’obiettivo finale è invece lasciar scritta un’eredità o, per usare le parole dei giocatori, «portare quella maglia nera in un posto migliore». In mezzo a questi due estremi si articola la filosofia di un gruppo che non lascia scampo alle “teste di cazzo”, perché «un singolo disallineato o egoista è infettivo: allontanatelo e il gruppo si rinsalderà e guarirà» (capitolo 6). L’idea chiave è proprio questa: al mondo non agiamo da soli. Nello sport di squadra, come negli altri affari della vita, occorre trovare uno scopo comune per cui darsi da fare e potersi spendere, altrimenti si rischia d’imboccare i sentieri dell’individualismo che più difficilmente ci porteranno lontano. Un assioma che nasce sul campo e può rimbalzare in azienda: Kerr cita tra gli altri Mike Markkula, alto esponente del colosso Apple, secondo cui l’obiettivo di un’impresa non è arricchirsi ma piuttosto «creare qualcosa in cui credi e una compagnia che durerà nel tempo».
I principi.
Per i neozelandesi, un concetto molto importante è quello di whakapapa: una lunga fune di lino intrecciato che rappresenta la connessione tra passato e presente, la tradizione che ciascun giocatore eredita e che dovrà custodire e coltivare al meglio, di modo che le leve future possano fare altrettanto. Far parte degli All Blacks, essere un All Black, significa dunque rigenerare e custodire un’identità profonda ma anche sapere da dove ripartire nei momenti di smarrimento. Perché persino questa squadra ha conosciuto periodi difficili, anche in tempi recenti: nel 2004 ad esempio il neo allenatore Graham Henry si ritrovò tra le mani un gruppo più sregolato e perdente del solito; per sgrovigliare la matassa non ripartì dalla tecnica ma dal carattere dei suoi giocatori, rimettendo a tema alcune questioni fondamentali e partendo dal presupposto che «persone migliori fanno All Blacks migliori». Il resto è storia, anzi: il resto è questo libro di James Kerr in cui troverete meno sport in senso stretto ma tante e interessanti connessioni tra sport, psicologia e vita in generale.
Perché leggere Niente teste di cazzo di James Kerr:
per capire meglio cosa significhi essere un All Blacks; per allargare la nostra mentalità quotidiana
Titolo: Niente teste di cazzo
Autore: James Kerr
Anno: 2019
Editore: Mondadori
Pagine: 196