L’autobiografia del grande giornalista sportivo

Nel corso della sua bio/etero-grafia (perchè il racconto spazia da sé a diverse altre persone), Gianni Clerici cerca tra le altre cose di scollarsi di dosso l’etichetta di giornalista sportivo. Senza rifiutarla, perché un cronista di sport – e di tennis in particolare – è stato a tutti gli effetti, ma probabilmente ritenendola una sorta di misura restrittiva verso la propria vocazione e formazione professionale.

In tv.

Ciononostante, il testo finisce per ritorcersi contro il suo autore, se così si può dire, poichè in libreria dovremo chiedere proprio di Quello del tennis. In fondo, specie per i lettori nati a fine Novecento, Gianni Clerici non potrebbe essere ricordato altrimenti. La sua voce, in perfetta pendant con quella del collega Rino Tommasi, ha trasmesso per anni non solo l’essenza del tennis ma anche il piacere di assistere a questo sport, offrendo telecronache utili e dilettevoli che hanno certamente contribuito ad allargare il bacino degli appassionati (alla stregua dei Tranquillo e Buffa del basket, se l’accostamento può passare).

Sul campo.

Il tennis è stato una costante nella vita di Clerici, che lo ha praticato a buoni livelli da giovane e poi raccontato, in migliaia di articoli, per conto di testate tra cui La Gazzetta dello Sport, Il Giorno e La Repubblica, fino alle suddette cronache con Tommasi per la tv satellitare. Nei suoi oltre ottant’anni di vita, il giornalista comasco ha conosciuto e/o visto emergere decine di grandi interpreti della racchetta: tra i primi una leggenda come Nicola Pietrangeli, cui è dedicato il campo centrale del Foro Italico e che lo ha preceduto nell’International Tennis Hall of Fame (i due risultano gli unici rappresentanti nostrani, al 2019). Ad altri e più scoloriti eroi è risalito tramite ricerche appassionate e continue, riassunte per gran parte nella sua pubblicazione più famosa: 500 anni di tennis, tradotto in più lingue.

Nella vita.

Dal canto suo, Quello del tennis rimane fedele all’annunciato carattere biografico ripercorrendo le tappe più significative della vita di Clerici, attraverso i luoghi e soprattutto le amicizie che l’hanno scandita: su tutte, quella con un altro califfo del giornalismo italiano quale Gianni Brera. Se dunque cercate un testo tecnico, se ad esempio volete sapere cosa pensa Clerici di Roger Federer, piuttosto che di John McEnroe oppure Rod Laver, siete male indirizzati e sarà lo stesso autore a spiegarvi perché. D’altra parte, anche nelle indimenticabili telecronache di cui sopra, Gianni Clerici è stato certamente “quello del tennis”, ma non ha mai parlato solo di tennis. Tanto da meritarsi il “tommasiano” ed azzeccato soprannome di “Dottor Divago”.

Perché leggere Quello del tennis di Gianni Clerici:

per conoscere uno dei più interessanti giornalisti sportivi italiani.


Titolo: Quello del tennis
Autore: Gianni ClericI
Editore: Mondadori
Data di pubbl.: 2015
Pagine: 200

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