La biografia a fumetti del Divin Codino


Raccontare Roberto Baggio è difficile. Perché è stato il giocatore di tutti, amato da milioni di persone. E perché su Baggio è stato scritto e detto già tanto. Raccontarlo con l’utilizzo di un nuovo medium – il fumetto – e raccontarlo avendo un’età per la quale di Baggio si è vissuto in prima persona solamente la seconda parte della carriera, è ancora più difficile. Mattia Ferri, sceneggiatore, e Nicolò Belandi, disegnatore, hanno rispettivamente 28 e 26 anni. E con il loro Roberto Baggio. Credere nell’impossibile (Becco Giallo 2019) si sono messi in testa di raccontare uno dei più iconici calciatori di fine secolo nella forma del graphic novel. Un obiettivo non da poco.

Le storie nella storia.

È un fumetto valido, Roberto Baggio. Disegni di qualità con utilizzo degli acquerelli assai apprezzabile e fisionomie dei protagonisti attinenti alla realtà; prosa semplice, quasi mai greve, esplicativa il giusto. Gli autori sono bravi, con la giovane età si perde senz’altro per strada un pizzico di maturità stilistica, ma il risultato artistico è assolutamente godibile.

La struttura del racconto non è cronologica, con il lettore che nelle prime pagine si ritrova immerso nella calda atmosfera di Pasadena il giorno della finale mondiale ’94, e un attimo dopo è catapultato a inizio anni Ottanta quando un giovane Baggio indossa la maglia del Vicenza. Si passa da un flash all’altro, si salta dalla nazionale al Brescia, dal Bologna alla Juventus, dai gol agli infortuni agli eventi extra calcistici, secondo un ordine dettato da capitoli che uniscono gesti tecnici a vicende umane. Un impianto narrativo che si rivela vincente, perché evita al lettore la scontatezza del racconto secondo la successione temporale degli eventi, e permette agli autori di raccontare le tante storie nella grande storia di Baggio.

Per grandi e piccini.

«Baggio è l’impossibile che diventa possibile, una nevicata che scende giù da una porta aperta nel cielo», è la frase di Lucio Dalla che si trova nella seconda di copertina. Ed è questo il Baggio che Ferri e Belandi cercano di raccontare: un Baggio che compie l’impossibile perché crede nell’impossibile, rendendolo possibile. Ricco di reti, gesti tecnici e momenti salienti della carriera del Divin Codino, il volume di oltre 150 pagine è adatto a grandi e piccini: chi è più in là con gli anni può tornare a vivere momenti indimenticabili, chi Baggio non l’ha mai visto giocare ha l’occasione di scoprirne le gesta. Peccato che manchino alcuni passaggi significativi della carriera del protagonista: le due difficoltose stagioni al Milan; il Mondiale di Francia ’98, con quel rigore contro il Cile che pesava come un macigno a quattro anni dall’errore di Pasadena, e con quel tiro uscito di un nonnulla ai supplementari contro i padroni di casa; l’indimenticabile doppietta al Real Madrid in quella che fu l’ultima grande notte di calcio internazionale di Baggio. Sono scelte, ed è ovviamente difficile se non impossibile raccontare un giocatore così in un volume di queste dimensioni senza tralasciare nulla. Probabilmente ci sarebbe persino materiale in abbondanza, vista la lunga ed emozionante carriera di Roberto Baggio, per un secondo volume a fumetti.

Graphic novel.

Roberto Baggio. Credere nell’impossibile è l’ennesima dimostrazione che il fumetto può essere un efficace mezzo di comunicazione per raccontare lo sport. Da Diego Armando Maradona a Zlatan fino a Gino Bartali: negli ultimi anni ci sono state diversi esempi di come lo sport si presti assai bene al racconto per disegni, ed è bello che ci siano editori come Becco Giallo a scommetterci. Perché lo storytelling sportivo non vive di solo Buffa, ma anche di chine, matite e acquerelli.

Perché leggere Roberto Baggio. Credere nell’impossibile di Mattia Ferri e Nicolò Belandi:

perché è l’occasione di rivedere Roberto Baggio giocare.


Titolo: Roberto Baggio. Credere nell’impossibile
Autore: Mattia Ferri e Nicolò Belandi
Editore: Becco Giallo
Anno: 2019
Pagine: 162

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