Storia di una donna diventata campionessa

Le fantastiche ragazze della Nazionale femminile di pallavolo che hanno da poco conquistato un argento ai Mondiali in Giappone, un grazie lo devono dire anche a lei. Non perché le abbia aiutate sul campo, ma perché se il volley in rosa è riuscito, negli ultimi vent’anni, a ritagliarsi uno spazio importante nel nostro Paese, una buona parte di merito è giusto assegnarlo anche a Maurizia Cacciatori, la prima pallavolista star d’Italia. E mentre Paola Egonu, Miriam Sylla e compagne, dall’alto della loro splendente giovinezza, ci aprono una finestra sul (radioso, si spera) futuro di questo sport, Maurizia ci porta invece in un viaggio nel tempo, il suo tempo, con Senza Rete .

Cosa racconta.

Uscito a inizio ottobre, questo libro porta, per la prima volta, la Cacciatori lontano da quella rete che l’ha sempre vista protagonista. Sul taraflex dei palazzetti naturalmente, dove è stata una delle alzatrici più forti di sempre (il suo palmares conta 4 titoli italiani, uno spagnolo, 4 Coppe Italia, 1 Coppa della Regina, 3 Supercoppe Italiane, 3 Champions League, 1 Coppa CEV, un oro ai Giochi del Mediterraneo 2001, un bronzo agli Europei 1999 e un argento agli Europei 2001), ma anche fuori dal campo, dove la sua bellezza e il suo carisma l’hanno ben presto resa un volto molto amato dai media e dal pubblico. Ora invece, come spiega emblematicamente il titolo del libro, ha voluto allontanarsi da quella rete e provare a raccontare quella che, finora, è stata la sua vita.

La storia di una donna.

Non era banale in campo e non lo è nella scrittura, Maurizia. Non tanto per lo stile, quanto per la rara capacità di coinvolgere, di portare il lettore dentro un mondo che, a dirla tutta, spesso si segue soltanto nelle parentesi delle nazionali. Un mondo fatto di spogliatoi, di fatica negli allenamenti, di difficoltà per convincere qualcuno a godersi il tuo talento più delle tue gambe o del tuo sedere messo lì in bella mostra da divise che ben poco lasciano all’immaginazione. Ma non soltanto. La Cacciatori ha spiegato due cose, di questo libro: che lo ha scritto in primis per i suoi due figli, Carlos e Ines (7 e 6 anni); e che lo ha scritto di notte, con un bicchiere di Baileys in mano. Più che una biografia, è un racconto infatti. Del bello e del brutto, delle fughe dai ritiri per godersi le città, di avances di allenatori, di matrimoni fatti saltare a dieci giorni dal fatidico «sì», di cocenti delusioni e imprevedibili gioie. Di amore per la pallavolo e di voglia di vivere. Senza rete è la storia di una donna, più che di una campionessa, ed è questo ciò che lo rende un libro godibile, che scorre via leggero e veloce.

È stato giusto aspettare.

Sinceramente, stupiva che colei che è stata per anni l’emblema (almeno mediaticamente parlando) della pallavolo italiana per anni e anni, non avesse ancora scritto un libro. Ma è stata lei stessa ad ammettere di aver sempre rifiutato le richieste che le sono arrivate. In alcuni casi non era il momento, in altri non sapeva che dire. Alla fine ha scelto la via più facile, ma anche più coraggiosa: raccontare tutto. «Racconto di amiche, di scontri, di senso di appartenenza, di fughe dagli alberghi perché non mi bastava giocare a Tokyo, io volevo vedere Tokyo. Di arrivi in case buie e fredde, della voglia umana di mollare. Del fatto che alla fine non ho mai mollato. A parte quando lasciai Pozzecco dieci giorni prima del nostro matrimonio». Racconta di una ragazza, prima, e di una donna, poi, che in 45 anni di vita ha fatto ben 22 traslochi e che il suo vero posto nel mondo lo ha trovato solo quando è diventata madre. Perché è solo a quel punto, forse, che ha capito quanto possa essere dura e bella la vita anche lontano da quella rete che ha sempre amato e continua ad amare.

Perché leggere Senza rete di Maurizia Cacciatori:

perché è un romanzo di formazione.


Titolo: Senza Rete
Autore: Maurizia Cacciatori
Data di pubbl.: 2018
Casa Editrice: ROI edizioni
Pagine: 215

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